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Nessuno può parlare delle virtù    di Dalia Monti

Nessuno può parlare delle virtù.
Soltanto Dio.
Ma c’è qualcuno che si avvicina a Dio: i bambini.
Anche se i bambini non parlano delle virtù.
Piuttosto le mettono in pratica. In maniera assoluta e sacra.
E originale. Com’era in origine, quando l’uomo non conosceva il peccato.



Nessuno può parlare delle virtù.
Ma i bambini, con i loro gesti e con i loro sguardi, sono capaci di comunicarci le virtù.
Per loro sono come i giocattoli: le amano, le usano, le montano, le smontano,
le ricompongono, le portano persino a dormire con loro.
Così sono i bambini. Come noi quando eravamo bambini.



Nessuno può parlare delle virtù.
Neanche l’artista.
Così, se non è possibile per l’artista parlare delle virtù,
non è possibile neanche dipingerle o plasmarle.
Gli rimane un’unica possibilità: plasmare i bambini.
I bambini che mordono, che usano, che amano,
che distruggono le virtù e che perciò stesso le rappresentano.
Senza moralismi, senza ipocrisie, senza distinzioni preconfezionate
tra ciò che è bene e ciò che è male, senza nemmeno la coscienza di rappresentarle.



Nessuno può parlare delle virtù.
Neanche l’artista.
Ma può Orazio Coco dare forma ai bambini che ci mostrano le virtù.
Può riempire lo spazio di bambini.
Può moltiplicare i loro gesti, i loro sguardi fino a diventare un esercito.
Un esercito di bambini che ci guardano.



E’ il loro sguardo che ci colpisce. E’ il loro sguardo su di noi la loro arma.
Perchè è uno sguardo che esprime fiducia.
Che, senza volerlo, ci dà speranza.
Uno sguardo che ci perdona o ci chiede di essere perdonato.
Che ci trasmette il coraggio di affrontare la vita senza condizioni.
Uno sguardo che affronta il senso della colpa.
Che ricerca la conoscenza. Che sperimenta usi ingegnosi ed insoliti per oggetti banali.
Oppure uno sguardo interno. Occhi chiusi alla ricerca della purezza,
della sensazione del vento tra i capelli, del passaggio sottile dell’aria tra le mani.



Uno sguardo senza parole.
E’ muta questa schiera di virtù di terracotta.
Senza voce e senza armi letali è questo esercito di bambini.
Perchè nessuno può parlare delle virtù.
Neanche l’artista. Neanche io.


Dalia Monti    2010

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