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L'Esercito della Speranza    di Dalia Monti

500 i chili di argilla rosa utilizzati.
1120 le dita complessive tra mani e piedi plasmate con l’argilla.
114 gli occhi che ci osservano.
8 le virtù - la fiducia, il coraggio, il perdono, il senso della colpa,
la purezza, la coscienza, la solidarietà, la responsabilità - da trasmettere.
8 le ambientazioni che spingono lo spettatore in un percorso interiore
di comprensione dei valori smarriti e desiderio di ritorno alla natura.
56 i bambini di terracotta, 1 cavallo con 2 occhi e 4 zampe ad attenderci.
36 anni l’età dell’artista che è già alla sua quarta produzione
(il Corpo e il Desiderio, Creare per Catania, Matruzza Bedda e l’Esercito della Speranza).
2 figlie fonte di ispirazione e nuove risorse.
5 anni di lavoro per maturare e realizzare il progetto.
1 evento artistico con finalità terapeutica, sicuramente originale negli intenti e nella realizzazione.
Ma cosa significa “sculture terapeutiche” ? - ci chiediamo con curiosità.
Lo domandiamo all’artista.


“L’ispirazione dell’ Esercito della Speranza - dice Orazio Coco -
nasce dalla sensazione di appartenere ad una società in cui la maggioranza è priva di valori,
in cui prevale il disinteresse reciproco.
Ma, poiché abbiamo il compito di consegnare il mondo alle nuove generazioni,
dobbiamo recuperare i giusti valori nei rapporti con gli altri.
Virtù come la responsabilità, la fiducia, il coraggio, il perdono, la purezza
sono assenti nel nostro vivere quotidiano, tranne nei bambini piccoli.
Allora è giusto che tali virtù siano rappresentate da chi le possiede intrinsecamente
e da chi ha ancora l’energia di curare le convinzioni alienate dell’adulto.
Per questo ho realizzato un esercito composto da sculture in terracotta di bambini,
che ricordano volutamente l’esercito di Qin Shi Huang.”


Ma, mentre gli 8.000 guerrieri cinesi sono armati, la schiera di virtù di terracotta di Orazio Coco è nuda.
Sono gli sguardi di questi bambini la loro arma. Dai loro occhi, puntati su di noi, si irradia un messaggio.
“Non importa che questo messaggio sia percepito o accettato” dice ancora Orazio Coco
“I miei bambini hanno il potere magico di curare il mondo. Anche a prescindere da me.
Questa è la mia convinzione, forse un po’ folle o fuori moda per la società attuale:
l’arte deve avere una funzione essenzialmente educativa. Come avveniva tra i popoli primitivi,
in cui l’artista collaborava con il mago ed il medico”


Così lasciamo Orazio Coco tra il suo esercito di bambini che riempiono le sale espositive del Palazzo della Cultura.
Silenziosi ma convincenti. E mentre torniamo a casa ci accorgiamo di essere pervasi da una sensazione di serenità nuova.

Qualcuno nel mondo crede ancora nei buoni valori e nella possibilità di comunicarli alla collettività,

anche se non siamo certi che la collettività voglia davvero essere salvata.
Ma questa sensazione di serenità è un regalo di Natale che speriamo ci accompagni ancora il più a lungo possibile.

Dalia Monti     2013

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